Kobudo
Nello studio del Karate e in particolare della storia,filosofia e sviluppo delle arti marziali orientali un posto certamente significativo viene occupato dal Kobudo (studio delle armi). Con questo termine vengono escluse le
così dette armi nobili (in metallo e da taglio)d'uso esclusivo di alcune caste di Samurai o dei loro sicari Ninja,che per altro trovano spazio in particolari settori quali il Ninjutsu,il Kendo e lo Iaido,indicando quindi quelli strumenti di uso quotidiano,per lavoro agricolo o domestico, trasformati dalla popolazione in temibili armi da combattimento. Certamente la più nota,grazie anche alla pubblicità ottenuta dai film,è quella del Nunchaku,ma molte altre si sono sviluppate in base alle differenti ambientazioni geografiche o ai differenti tipi di lavoro.
Il Nunchaku e il Tonfa venivano particolarmente adoperati dalle popolazioni di pianura,dove si trovavano risaie o campi di grano,servivano infatti per la battitura del riso e del frumento,nelle zone paludose si sviluppò particolarmente l'uso del Bo,il bastone utilizzato per far muovere delle piccole chiatte,affondandolo nel fango ecc.Questi semplici esempi danno quindi l'idea dello sviluppo geografico delle armi improprie da combattimento.Tra queste armi l'unica eccezione,per la differente origine,è rappresentata dal Sai,strumernto di origine mongolica portato in Giappone dai monaci buddisti.I principali artefici e divulgatori del Kobudo furono gli abitanti delle isole Ryu Kyu tra le quali la famosissima Okinawa patria anche di alcune stili di Karate Naha-te e Shuri-te che iniziarono lo sviluppo di
questo antico sistema di combattimento.
Ma che cosa accadde nel XV secolo per trasformare una tranquilla popolazione in un esercito di cultori,scopritori e,in seguito divulgatori di un sistema di combattimento a mani nude ed armi improprie?In quell'epoca Okinawa e le isole Ryu Kyu erano controllate dallo Shogun Shopasi che proibì agli abitanti di possedere,pena la morte,armi di qualsiasi foggia o peso per permettere alle truppe giapponesi di dominare più agevolmente un popolazione per altro già scarsamente combattiva. Basti pensare che in alcuni villaggi esisteva un solo coltello,per uso comune,incatenato ad un pozzo e guardato a vista da alcuni soldati.Si può quindi agevolmente immaginare che effetto potessero fare dei militari armati di tutto punto spadroneggiare commettendo soprusi nei confronti degli indifesi isolani.A questa già terribile situazione si aggiungevano gli Yansha,volgari banditi da strada che in una
situazione allo sfascio continuavano ad aumentare,prendendo gli isolani tra due fuochi,senza possibilità di difesa.
Accadde,grazie proprio a questa precaria situazione,che i pacifici isolani aguzzassero l'ingegno,allenandosi nella lotta a mani nude e trasformando i propri attrezzi domestici ed agricoli in micidiali armi di difesa.
Presso il Centro Studi Arti Marziali Jub Dojo gli atleti hanno così l’occasione di avvicinarsi all’uso di questi strumenti tra i quali: Nunchaku,Tonfa,Bo,Jo,Kama,Sai,Magirikusari,Kamakusari,ecc… rivivendone l’antica atmosfera.